Il rischio nel trading. Quanto è giusto rischiare? Come è possibile definire, stimare e gestire uno dei concetti in assoluto più importanti nel trading?

Fortunatamente sono tutti concetti a cui è possibile dare una risposta, però, va detto fin da subito, che non esiste una risposta netta per tutti, poichè alla fine dei giochi, ognuno deve “cucirsi addosso” un giusto valore, un livello che permetta di trattare in modo sereno e stabile.

Mi spiego meglio, se non esistesse un limite alle perdite, dettato dalla disponibilità del conto, il concetto di rischio potrebbe non funzionare, o meglio, potrebbe non essere messo in opera al meglio.

Purtroppo, il limite esiste eccome e va trattato come un grande alleato, come l’unico modo su cui basare tutto il proprio Trading Plan.

Quindi? Il rischio come si può definire il rischio operativo?

Il rischio è definibile come la quantità di denaro che si è disposti a perdere nel trading.

Esistono due varianti dello stesso concetto, il rischio per trade ed il rischio di portafoglio.

Entrambe sono legate, ma mentre una è fissa come concetto, l’altra è variabile rispetto alla prima.

Per ogni operazione è giusto fissare, a monte, la percentuale di soldi che si può rischiare. Questo calcolo va fatto sul valore del portafoglio e la parte variabile (ovvero il “quanto”) dipende da te. Potresti rischiare il 30% del portafoglio, il 10% oppure un valore molto più piccolo.

Partiamo dall’idea che il rischio di portafoglio sia del 50% del capitale, vale a dire, su un capitale di 10, arrivati a 5 deve scattare una sorta di “Hard Stop”.

Fine dei giochi, non è più possibile fare trading. Sei andato oltre la soglia di quello che ti eri prefissato.

Il rischio per trade è molto più facile da definire, è la percentuale sul rischio di portafoglio.

Immaginiamo di rischiare il 3% per ogni trade e che il portafoglio abbia un rischio ammissibile di 5000€.

A conti fatti il rischio per operazione risulta di 150€ (poi parliamo dei costi e del loro impatto). Perchè è così importante lavorare su questo valore e, soprattutto, mantenerlo aggiornato in modo costante?

Beh, semplice, perchè sul valore di rischio per trade si basa TUTTO. Immagina questo scenario:

Rischio ammissibile 150€, rischio oggettivo (dettato dai livelli oggettivi di ingresso è stoploss) pari ad €50. A questo puntoi sei in grado di renderti conto di due cose:

  1. aumenti il livello dello stoploss e lo sposti sino a rischiare 150€. SBAGLIATO!!!
  2. aumenti il numero di contratti in modo da avere a parità di livelli OGGETTIVI, uno stoploss pari al valore economico stabilito in origine. GIUSTO!!!

Prova a riflettere su questa cosa, è fondamentale.

Così facendo utilizzi al massimo il concetto di ottimizzazione del rischio e, applicando una semplice regola basata sull’oggettività dei livelli, ti trovi in grado di aumentare, in modo considerevole il potenziale di ogni operazione (ASSUMENDOTI LO STESSO RISCHIO).

Naturalmente, se i livelli oggettivi sono troppo ampi rispetto al rischio che ti sei prefissato, il trade NON deve essere fatto!

Hai mai giocato a Jenga?

La similitudine con il gioco è molto forte, una mossa sbagliata e crolla tutto, un po’ come nel trading, solo che a me piace vedere la faccenda da un’altra prospettiva, se la mossa è giusta allora vai avanti.

A parte tutto, il concetto di rischio e di gestione della componente rischio, deve essere costante ed assolutamente prioritario.

Pensa che uno dei vantaggi di adoperare uno stile di trading basato su livelli oggettivi (trading sui volumi piuttosto che trading basato sulle tecniche di Price Action, è proprio quello di poter modulare la dimensione della posizione prima dell’ingresso a mercato, mantenendo lo stesso livello di rischio impostato inizialmente.

Naturalmente il ragionamento sta in piedi solamente se il tuo stile di trading offre la possibilità di leggere i livelli in modo oggettivo!!

Questa immagine è presa direttamente da un grafico di TickerExplorer, su cui sono evidenti i livelli che ogni mattina analizzo e disegno sul grafico giornaliero dei principali strumenti che seguo (FDAX FESX FGBL FBTP FIB).

Eh certo, ogni mattina mi creo una di mappa dei livelli che per tutta la giornata terrò in osservazione per valutare il movimento dei volumi. I livelli chiave che identifico sono basati su diversi criteri, tra cui l’analisi della statica dei volumi, il volume profile continuo e delle singole giornate, i Punti di Concentrazione (che nascono da un algoritmo proprietario), i livelli chiave e quant’altro.

Tutte questa informazioni sono condivise nel gruppo di analisi dei volumi, attivo per i clienti sottoscrittori della piattaforma.

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Ogni livello è caratteristico e, quando esiste una confluenza tra setup di volume, andamento del prezzo e formazione del livello, a quel punto riesco a calcolare in modo adeguato il rischio e, di conseguenza, posso modulare immediatamente il numero di lotti da inserire.

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Come calcolare il rischio sui livelli oggettivi

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